Educare alle emozioni e all’affettività per promuovere il benessere del bambino

Il Centro per la famiglia – Orzinuovi (BS) nel corso dell’anno 2014/2015 ha realizzato il progetto “Insieme camminando” grazie anche alla sovvenzione riconosciuta dal Bando della Fondazione Comunità Bresciana e al sostegno economico dell’istituto CRA di Borgo San Giacomo. Una parte dell’attività di questo progetto è costituito da un percorso che è stato rivolto ai bambini e alle bambine delle classi “Quarte” e “Quinte” della Scuola Primaria, nei plessi di Dello, Quinzanello, Barbariga e Corzano.

La scuola è luogo di crescita cognitiva e psicologica per il bambino ed ha fra i suoi obiettivi quello di dare un “orientamento di vita”, cioè promuovere la conoscenza di sé, la consapevolezza delle proprie capacità, una visione del proprio essere nel mondo, gli obiettivi da porsi e le scelte e le strategie da mettere in atto per raggiungerli. Stare bene a scuola significa stare bene in relazione, ecco quindi che la scuola favorisce anche lo sviluppo delle competenze affettivo-relazionali. Un buon clima di classe inoltre è una premessa importante per l’apprendimento.

Lo sviluppo dell’affettività e delle emozioni si interseca con lo sviluppo cognitivo e sociale di ogni individuo. L’educazione affettiva è perciò fondamentale per la crescita della persona e, per questo motivo, è indispensabile che si inserisca nel processo di apprendimento didattico e curriculare proposto dalla scuola. 

L’educazione socio affettiva diventa lo strumento per sviluppare lo stare bene -benessere- del bambino, in particolare partendo dal gruppo classe, e permette di aiutare anche quei bambini che manifestano difficoltà a livello affettivo emotivo e/o relazionale. Grazie all’ambiente scuola e al gruppo classe la modalità di apprendimento passa attraverso l’esperienza diretta dei bambini.

Lang ha definito l’educazione affettiva come “… quella parte del processo educativo che si occupa di atteggiamenti, sentimenti, credenze ed emozioni degli studenti. Implica un’attenzione per lo sviluppo personale e sociale degli allievi e per la promozione della loro autostima, del loro sentirsi bene nella propria pelle. Inoltre l’educazione affettiva privilegia la dimensione interpersonale e riconosce che lo sviluppo di capacità sociali e interpersonali è centrale”.

Il percorso di educazione affettivo-emotiva è rivolto alle cinque classi della scuola primaria ed è pensato come progetto pluriennale, anche se nel corso di questo specifico progetto è stato declinato, per le risorse economiche disponibili e per scelta degli insegnanti che hanno riconosciuto dei bisogni specifici in alcuni gruppi, su una parte delle classi. Le finalità che è stato possibile avviare nei tre incontri effettuati a scuola con ogni gruppo classe sono le seguenti:” Iniziare a riconoscere in sé sensazioni, emozioni e sentimenti, dare loro un nome, imparare ad esprimerli”, dal punto di vista di un adulto può sembrare una cosa semplice, ma se provate a pensare ad una vostra giornata quante parole ricordate di aver speso per spiegare e definire un’emozione che avete provato? E poi sarà stata una sensazione , un’emozione o un sentimento? qual è la differenza? Altra finalità è stata: ” Iniziare a riconoscere che anche gli altri vivono emozioni e sentimenti e imparare ad ascoltarli”, ma anche qua la questione può sembrare facile se non fosse per il fatto che quando si vive nella relazione e si scatenano le emozioni dell’altro anche le nostre vengono sollecitate e sono coinvolte. Durante una delle attività proposte un bambino parlando delle sue paure descrive la mamma arrabbiata:”…mi fa paura perchè quando si arrabbia si trasforma…diventa un mostro, gli occhi grandi escono, la faccia si deforma…e io non so cosa fare, non capisco più niente, ma forse…neanche la mamma! Quando viviamo delle emozioni gli altri le colgono dal nostro corpo, dal nostro tono e dalle espressioni del nostro viso, ma quanto noi sappiamo riconoscere e leggere le sensazioni che il nostro corpo ci trasmette come se ci guardassimo in uno specchio? Il percorso si propone anche di migliorare nell’individuo la conoscenza di sé e allora diventa importante tener conto del fatto che non tutti viviamo le emozioni con la stessa intensità e nello stesso modo, pertanto non possiamo stupirci che se un bambino afferma “di sentire i brividi nella pancia” e il compagno sostiene “di avere le guance che scottano” entrambi stiano parlando della medesima emozione…quale sia lo lascio pensare a voi!

Conoscersi e conoscere gli altri significa anche favorire un’altra finalità che con questo percorso ci si è proposti di perseguire ovvero sviluppare sentimenti di accettazione e sicurezza, di fiducia in sé e negli altri, accrescere l’autostima, quindi stimolando le capacità di problem solving e affrontando situazioni di stress emotivo: tutti noi proviamo emozioni e non possiamo pensare di non arrabbiarci o di non aver paura, ma possiamo, partendo dal riconoscimento delle emozioni, costruire modalità sane per poterle gestire. Prendere coscienza della possibilità di risolvere in prima persona i problemi e valorizzare le nostre motivazioni significa non sentirsi dire da un bambino…:”papà si è arrabbiato con me perchè ci ho messo qualche minuto a togliere i libri un po’ incastrati nella cartella, ma io avevo già visto la sua faccia arrabbiata quando è venuto a prendermi, forse allora non ce l’ha con me!”

Le finalità che abbiamo illustrato parlando di questo progetto sono state solo abbozzate e non hanno la pretesa di cambiare radicalmente le cose, … sono state semplicemente uno stimolo che i bambini ricordano con piacere perché, nelle attività proposte, sono stati coinvolti in prima persona come protagonisti e anche perché hanno scoperto qualcosa di nuovo. Agli insegnanti e ai genitori resta il compito di continuare ad educare i bambini alle emozioni, senza dimenticare che prima che siano i piccoli a riconoscerle sono gli adulti ad aver bisogno di fare cura ed esercizio delle proprie!

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