Parliamo di…EMOZIONI!

Nei vari articoli scritti per Paese Mio da noi specialisti del Centro per la Famiglia sono stati affrontati diversi argomenti: genitorialità, mediazione familiare, difficoltà di apprendimento, adolescenza, solo per citarne alcuni. In tutti i casi abbiamo sottolineato quanto il ruolo dei genitori e degli educatori sia fondamentale per una crescita psicologica equilibrata del bambino. Nell’articolo di oggi vogliamo ribadire questo concetto, sottolineando in particolare che il ruolo delle figure educative di riferimento è indispensabile nell’educazione affettivo-emotiva.

Educare emotivamente significa fornire al bambino strumenti cognitivi, linguistici, psicologici, abilità sociali, per nominare, dare senso ed esprimere emozioni, sensazioni, vissuti, pensieri, manifestare comportamenti e costruire relazioni. 

L’educazione affettiva-emotiva ha come obiettivo fondamentale lo sviluppo della consapevolezza delle proprie emozioni, in particolare nella relazione con l’altro. Questo NON significa comprimere, negare, schiacciare le emozioni ma al contrario renderle comprensibili, nominabili, condivisibili, in modo da poterle esprimere attraverso comportamenti adeguati e rispettosi di sé stessi e degli altri. 

Sono molti i bambini e gli adulti che faticano a discriminare le emozioni che provano confondendole con altre e tendendo a reprimerle quando notano che sono poco accettate dagli altri. Sopprimere un’emozione però non significa risolvere gli effetti sulla persona e sui suoi comportamenti ma ricacciarla in fondo alla coscienza e al cervello, circondarla di barriere e divieti interiori con il risultato di renderla incomprensibile, inaccettabile e perciò fonte di sofferenza.

Un percorso di maturazione affettiva armonico e completo implica lo sviluppo di consapevolezza relativamente a tutte le emozioni, per esempio gioia, rabbia, tristezza, paura, stupore, vergogna. Non possiamo parlare ai nostri bambini di emozioni negative e positive, è giusto invece far passare il concetto di emozioni piacevoli e spiacevoli ma tutte da provare perchè tutte necessariamente legate al vivere. Il recupero delle emozioni dolorose e spiacevoli diventa un modo per restituire una dimensione del vivere che non è quella degli eroi imbattibili dei video games ma quella più comune e più sincera delle persone, come mamma e papà, che non possono cancellare le emozioni dolorose con una bacchetta magica, ma che possono soffrire, provare tristezza, rabbia, paura e dispiacere, senza sentirsi sopraffatti, anzi in queste occasioni dimostrano concretamente al bambino che si possono affrontare i momenti difficili per poi stare meglio e sentirsi anche più forti di prima.

 
LE PROPOSTE DEL CENTRO PER LA FAMIGLIA

Quanto detto ci fa capire che l’educazione emotiva e affettiva coinvolge tutti e in ogni momento della vita. Ogni giorno come genitori abbiamo mille occasioni per educare i nostri figli a comprendere, gestire ed esprimere ciò che provano, sentono, vivono. Non è però sempre semplice, soprattutto quando significa gestire momenti di rabbia, di difficoltà, di tensione, di tristezza, di paura. I genitori, da quando il loro bambino viene al mondo, si trovano a gestire le loro “nuove” emozioni e quelle del bambino stesso, dando loro un nome e un significato, spesso attraverso un processo del tutto automatico, senza quasi rendersi conto di quanto esso sia importante per la crescita del figlio. Questo processo è fondamentale poi durante le fasi di crescita e coinvolge non solo i genitori ma tutte le figure di riferimento, in famiglia, a scuola, all’oratorio, nel tempo libero.

Per questo il Centro per la Famiglia ha pensato fosse fondamentale dedicare prima di tutto uno spazio di supporto ai genitori, attraverso gruppi di riflessione su tematiche specifiche, oppure gruppi di confronto dove i partecipanti sono liberi di portare vissuti, preoccupazioni, pensieri, e di condividerli con altri genitori, trovando nuove soluzioni, strategie, spunti utili alla loro realtà. 

Inoltre si è pensato a progetti che coinvolgono direttamente bambini e ragazzi, a scuola o all’oratorio. 

Il progetto “Educazione al sentimento” è dedicato agli adolescenti e ai loro genitori. Gli specialisti del centro incontrano separatamente ma contemporaneamente genitori e figli in un percorso che vuole essere condiviso, ma rispettoso del bisogno di indipendenza e privacy tipico degli adolescenti. In questi incontri (il cui numero va concordato con la committenza) gli obiettivi fondamentali sono: 

– approfondire la conoscenza di sé e degli altri;

– riflettere sulla fase evolutiva dell’adolescenza e comprenderne le dinamiche;

– riconoscere le proprie sensazioni, emozioni e sentimenti e riflettere sulla loro possibile gestione a livello comportamentale;

– acquisire maggior consapevolezza del proprio mondo interno affettivo-emotivo, anche nella relazione con l’altro (genitori-figli; figli-genitori; fra coetanei).

Il progetto “Ma che emozione!” è rivolto agli alunni della scuola primaria. La scuola è luogo di crescita cognitiva e psicologica per il bambino ed ha fra i suoi obiettivi quello di dare un “orientamento di vita”, cioè promuovere la conoscenza di sé, la consapevolezza delle proprie capacità, una visione del proprio essere nel mondo, gli obiettivi da porsi e le scelte e le strategie da mettere in atto per raggiungerli. Stare bene a scuola significa stare bene in relazione, perciò la scuola permette lo sviluppo anche delle competenze affettivo-relazionali. Lo sviluppo dell’affettività e delle emozioni si interseca con lo sviluppo cognitivo e sociale di ogni individuo, per questo diventa indispensabile considerare l’educazione affettiva parte del processo di apprendimento didattico e curriculare proposto dalla scuola.

Alcuni obiettivi degli incontri in classe con i bambini:

– iniziare a riconoscere in sé e negli altri sensazioni, emozioni e sentimenti, dare loro un nome, imparare ad esprimerli e ad ascoltarli;

– migliorare nell’individuo la conoscenza di sé e del proprio gruppo classe;

– accrescere l’autostima;

– promuovere atteggiamenti e comportamenti di collaborazione, solidarietà e fiducia, ascolto e comunicazione, mutuo rispetto e accettazione delle differenze.

La modalità proposta a bambini e ragazzi è esperienziale e di apprendimento attivo. Comprende diverse attività: esperienze psicomotorie, lettura/ascolto di racconti, giochi, attività in piccoli gruppi, cerchi di riflessione, rappresentazioni grafiche, brainstorming, ecc. 

Noi specialisti del centro siamo inoltre sempre a disposizione di genitori, insegnanti, educatori, per progettare e ideare insieme altri percorsi ad hoc a seconda dei bisogni.Per qualsiasi domanda o richiesta è possibile recarsi di persona o telefonare al Centro durante gli orari di Segreteria (da lunedì a sabato dalle 9 alle 12) oppure scriverci una mail a orziperlafamiglia@libero.it. Visitate il nostro sito internet www.perlafamiglia-orzinuovi.it!

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